I diversi vitigni denominati Lambrusco, così come li conosciamo oggi, hanno preso origine dalla domesticazione della Vitis Silvestris, avvenuta nei millenni,a partire da epoche preistoriche, attraverso selezioni naturali.
Alla fine dell’Ottocento furono descritte 56 varietà rosse di Lambrusco e 27 bianche, un più recente studio e censimento ne ha classificate 8.
lambrusco Salamino
di Santa Croce DOP
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOP deriva dall’omonimo vitigno. Il grappolo è piccolo, cilindrico, sottile compatto e serrato. Gli acini di grandezza non uniforme sono sferoidali, con buccia pruinosa blu-nerastra consistente; la polpa è succosa. La sua produzione è ricca e constante e le sue uve raggiungono la maturazione nella prima decade di ottobre, dopo aver immagazzinato la luce del sole estivo e autunnale.
lambrusco Salamino
di Santa Croce DOP
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOP deriva dall’omonimo vitigno. Il grappolo è piccolo, cilindrico, sottile compatto e serrato. Gli acini di grandezza non uniforme sono sferoidali, con buccia pruinosa blu-nerastra consistente; la polpa è succosa. La sua produzione è ricca e constante e le sue uve raggiungono la maturazione nella prima decade di ottobre, dopo aver immagazzinato la luce del sole estivo e autunnale.
lambrusco di Sorbara DOP
Il Lambrusco di Sorbara DOP si ricava dall’omonimo vitigno. Il grappolo è spargolo a forma conica, con acini sferoidali e a seconda dell’annata si presenta più o meno acinellato: ciò è dovuto da un’anomalia floreale che provoca una sensibile perdita di prodotto. Tutto ciò è causato da una sterilità del polline. In alcune annate si verificano perdite produttive che superano i due terzi del raccolto, ma d’altra parte è la caratteristica che contribuisce a renderlo unico, facile da ricordare e soprattutto pregiato.
La produzione è sempre molto scarsa e in certi anni avara, ma se la quantità difetta, la qualità invece è sempre elevatissima. Per facilitarne la fecondazione, viene coltivato con una percentuale di Lambrusco Salamino posto fianco a fianco nel medesimo vitigno.
lambrusco di Sorbara DOP
Il Lambrusco di Sorbara DOP si ricava dall’omonimo vitigno. Il grappolo è spargolo a forma conica, con acini sferoidali e a seconda dell’annata si presenta più o meno acinellato: ciò è dovuto da un’anomalia floreale che provoca una sensibile perdita di prodotto. Tutto ciò è causato da una sterilità del polline. In alcune annate si verificano perdite produttive che superano i due terzi del raccolto, ma d’altra parte è la caratteristica che contribuisce a renderlo unico, facile da ricordare e soprattutto pregiato.
La produzione è sempre molto scarsa e in certi anni avara, ma se la quantità difetta, la qualità invece è sempre elevatissima. Per facilitarne la fecondazione, viene coltivato con una percentuale di Lambrusco Salamino posto fianco a fianco nel medesimo vitigno.
lambrusco di Modena DOP
L’origine storica della menzione MODENA, è nota dal 1800 grazie alla metodologia produttiva che consisteva in un uvaggio dei vari lambruschi coltivati in provincia di Modena, nome della città Capoluogo. I consistenti e significativi risultati commerciali, consolidatisi in oltre un secolo di attività, hanno reso il Lambrusco di Modena un vino tra i più qualificati dell’enologia provinciale, al punto che per la sua fama ha ottenuto il riconoscimento della DOP.
lambrusco di Modena DOP
L’origine storica della menzione MODENA, è nota dal 1800 grazie alla metodologia produttiva che consisteva in un uvaggio dei vari lambruschi coltivati in provincia di Modena, nome della città Capoluogo. I consistenti e significativi risultati commerciali, consolidatisi in oltre un secolo di attività, hanno reso il Lambrusco di Modena un vino tra i più qualificati dell’enologia provinciale, al punto che per la sua fama ha ottenuto il riconoscimento della DOP.
lambrusco Reggiano DOP
La vitis Lambrusca nel corso degli anni, assume sempre maggiore importanza nelle coltivazioni agronomiche producendo, nelle Province di Reggio Emilia e Modena, vini piacevoli non molto alcolici e profumati. Nel 1971 nasce la Denominazione di origine Controllata (ora Protetta) del Lambrusco Reggiano, per permettere la promozione della tipicità e della qualità di queste terre.
lambrusco Reggiano DOP
La vitis Lambrusca nel corso degli anni, assume sempre maggiore importanza nelle coltivazioni agronomiche producendo, nelle Province di Reggio Emilia e Modena, vini piacevoli non molto alcolici e profumati. Nel 1971 nasce la Denominazione di origine Controllata (ora Protetta) del Lambrusco Reggiano, per permettere la promozione della tipicità e della qualità di queste terre.
lambrusco Mantovano DOP
Il Lambrusco Mantovano DOP nasce da una pluricentenaria esperienza viticola, risalente al tempo dei monaci benedettini. E’ prodotto in due zone distinte separate dal Po: Viadanese-Sabbionetano e Oltrepò mantovano. E’ ottenuto, come prevede il disciplinare di produzione, da vitigni quali: Lambrusco Viadanese e Groppello Ruberti e da altri vitigni quali il Lambrusco Salamino, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Marani, con la possibilità di utilizzare da soli o congiuntamente per una percentuale massima del 15% la Fortana, l’ancellotta, il Lambrusco Grasparossa e il Lambrusco di Sorbara.
lambrusco Mantovano DOP
Il Lambrusco Mantovano DOP nasce da una pluricentenaria esperienza viticola, risalente al tempo dei monaci benedettini. E’ prodotto in due zone distinte separate dal Po: Viadanese-Sabbionetano e Oltrepò mantovano. E’ ottenuto, come prevede il disciplinare di produzione, da vitigni quali: Lambrusco Viadanese e Groppello Ruberti e da altri vitigni quali il Lambrusco Salamino, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Marani, con la possibilità di utilizzare da soli o congiuntamente per una percentuale massima del 15% la Fortana, l’ancellotta, il Lambrusco Grasparossa e il Lambrusco di Sorbara.
lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP
Il vino Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP si ricava dall’omonimo vitigno; Non presenta una grande vigoria vegetativa, ma ha una particolare caratteristica: in autunno non solo le foglie si arrossano, ma anche il raspo e i pedicelli. Il grappolo è spargolo a forma conica, di media lunghezza, con acini sferoidali di colore blu scuro o nerastro, pruinosi, con buccia consistente e polpa succosa, dolce e lievemente acidula. Il vitigno Lambrusco Grasparossa prospera in terreni piuttosto poveri come quelli delle prime colline modenesi. Sopporta facilmente le avversità e matura relativamente tardi, dopo aver carpito anche gli ultimi raggi del sole autunnale.
lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP
Il vino Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP si ricava dall’omonimo vitigno; Non presenta una grande vigoria vegetativa, ma ha una particolare caratteristica: in autunno non solo le foglie si arrossano, ma anche il raspo e i pedicelli. Il grappolo è spargolo a forma conica, di media lunghezza, con acini sferoidali di colore blu scuro o nerastro, pruinosi, con buccia consistente e polpa succosa, dolce e lievemente acidula. Il vitigno Lambrusco Grasparossa prospera in terreni piuttosto poveri come quelli delle prime colline modenesi. Sopporta facilmente le avversità e matura relativamente tardi, dopo aver carpito anche gli ultimi raggi del sole autunnale.
pignoletto DOC e DOCG
Un vino speciale, dalla storia antica. Il Pignoletto DOC prende il nome dall’omonima località in provincia di Bologna, nel Comune di Monteveglio. Già Plinio il Vecchio, nella sua opera “Naturalis historia” scritta nel I secolo dopo Cristo, esalta il vino di queste zone.
Il vitigno del Pignoletto è il Grechetto gentile, conosciuto anche con il nome Alionzina. Con buccia spessa e grappolo compatto il vitigno si adatta a più tipologie di terreno, versatile come il suo vino. Ben note le sue versioni leggere, fresche e spesso frizzanti delle zone di pianura. Altrettanto affascinanti quelle più strutturate e dal gusto persistente tipiche delle zone collinari.
pignoletto DOC e DOCG
Un vino speciale, dalla storia antica. Il Pignoletto DOC prende il nome dall’omonima località in provincia di Bologna, nel Comune di Monteveglio. Già Plinio il Vecchio, nella sua opera “Naturalis historia” scritta nel I secolo dopo Cristo, esalta il vino di queste zone.
Il vitigno del Pignoletto è il Grechetto gentile, conosciuto anche con il nome Alionzina. Con buccia spessa e grappolo compatto il vitigno si adatta a più tipologie di terreno, versatile come il suo vino. Ben note le sue versioni leggere, fresche e spesso frizzanti delle zone di pianura. Altrettanto affascinanti quelle più strutturate e dal gusto persistente tipiche delle zone collinari.